venerdì 4 luglio 2008

Istinto e ragione


Ho letto una recensione sul filosofo Friedrich Schiller che dice:
"..La grazia pertanto è il segno dell'armonia tra anima e corpo, tra spirito e natura, tra ragione e istinto; quando quell'armonia si manifesta nell'espressione verbale, gestuale etc., allora la vita umana avrà la bellezza del gioco. Infatti si ha gioco quando né la ragione prevale sull'istinto, né la sensibilità travolge la spiritualità, ma quando ragione e istinto cooperano armoniosamente. In questa condizione l'uomo è definibile anima bella. Ma questa condizione è un ideale, lo scopo a cui tendere, il modello da realizzare; perché la natura umana, il corpo, non si piega facilmente alla forza modellatrice dello spirito. Quando l'istinto si ribella alla ragione, e questa, quindi, impone le sue prescrizioni contro la sensibilità, allora si avrà la dignità.."

Da qui è iniziata la riflessione in cui mi ci ritrovo in pieno. L'episodio di pochi giorni fa è un chiaro esempio di istinto che si ribella alla ragione in quanto mai mi sarei sognato di dirti nuovamente quello che pensavo e tutto d'un fiato senza tralasciare nulla. In queste notti ho riposato bene e non ho fatto fatica ad addormentarmi, ovvio che se ripenso a quei momenti mi agito un po' (anche perché dirti ti Amo è bellissimo), ma in definitiva mi sembra di aver voltato ancora una pagina importante.
Ieri è stata una giornata piena di impegni, ma bella e mi sono accorto che qualcosa in me è cambiato, come un fiore che dopo lungo tempo è finalmente sbocciato e sta facendo il pieno di aria fresca cullato dal vento. Pensavo di essermi umiliato ancora una volta, invece ora mi sento di aver curato la mia dignità ed è una sensazione incredibile. Troppa ragione mi rende freddo e mi intristisce e troppo istinto mi fa combinare guai, sono contento di aver sperimentato un giusto equilibrio e spero in futuro di farne tesoro continuando su questa strada.
Ieri abbiamo passato una serata insieme e siamo andati a teatro, siamo stati bene entrambi come sempre ci succedeva e tornando a piedi abbiamo fatto due chiacchere alla nostra maniera, quando ci siamo salutati non ti ho detto: "Sto bene e sono felice quando sono con te."
Ho taciuto in cambio di un abbraccio e della tua serenità.

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